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Joe Pass Virtuoso

  • Immagine del redattore: Manuel Belli
    Manuel Belli
  • 15 nov 2014
  • Tempo di lettura: 2 min

Credo di non esagerare affatto affermando che Joe Pass sia uno degli artisti più trascritti dell'intera storia della chitarra jazz. Me ne sono ricordato in qualche modo spulciando fra il materiale per questo breve articolo nel mio archivio musicale.

Questa aspetto da solo significa molto ovviamente tenendo presente di quanto sia stato studiato JP dalle vecchie e nuove generazioni. Ricordo che Larry Carlton citava JP pur avendo preso solo due lezioni in vita sua dal maestro come la sua maggiore influenza musicale.

Joe Passalaqua (1929-1994) era di origini siciliane il padre lavorava nelle acciaierie della Pensylvania. Iniziò a studiare la chitarra da autodidatta intorno ai 9 anni con l'aiuto di un paio di libri e ascoltando il jazz alla radio e sforzandosi di riprodurre quello che ascoltava.

Iniziò a esibirsi con alcune band locali fino a trasferirsi a New York, dove diventato eroinomane nel frattempo, passò buona parte degli anni 50 in detenzione. Riuscì infine a ripulirsi e tornato alla musica dopo la sua personale discesa agli inferi, sarebbe diventato uno dei musicisti e chitarristi più influenti dell'intera storia del jazz insieme a Django Reinhardt e Wes Montgomery.

Lo stile di JP è ritmicamente e armonicamente ispirato al bebop, il fraseggio è chiaro nitido sempre intervallato dal comping e walking bass, che Pass (in particolare quando si esibisce da solo) usa in maniera estensiva. La mano destra suona sempre in fingerstyle a volte aiutandosi col plettro. JP ha suonato quasi tutta la vita con una Gibson ES - 175 di cui è diventato in seguito endorser insieme alla Epiphone ed Ibanez che hanno costruito modelli di JP guitar.

Il linguaggio musicale di Joe è sempre melodico e diatonico anche se spesso spinto all'estremo limite. Pass veniva dal blues e amava molto suonarlo a tal punto che fra molti standards da lui interpretati nel corso della sua lunga carriera musicale le uniche canzoni a sua firma sono proprio i vari "Joe pass blues" che l'artista si divertiva spesso ad infilare qui e la nei suoi dischi.

Il modo di approcciare e suonare il blues da parte di JP è assolutamente innovativo e personale ed è la migliore forse testimonianza del suo istinto musicale sempre in bilico tra estrema ricercatezza, passione ed istinto.

Pass fa un largo uso delle sostituzioni, sia in senso armonico che melodico, e riesce partendo da temi semplici, ad arricchire e costruire da abile tessitore quale era un tessuto armonico di grande ricchezza e varietà sonore.

Joe resta uno dei più grandi virtuosi ed improvvisatori della chitarra jazz con il suo stile sempre delicato, mai invadente o inutilmente egocentrico, sempre alla ricerca di una bellezza armonica e di una melodia spesso colte sul momento. Il suo suono e il suo stile rimangono legati alla tradizione degli anni 50 del jazz che è forse quella che ha saputo scrivere alcune fra le pagine più affascinanti nella storia di questo genere musicale.

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